Sette giorni di noi. Non è il post facebook di una coppietta mielosa alle prime armi. Eppure “Krínomai.
Rivista italiana di storia e critica delle Arti” ha tutti i santi crismi per diventare una lunga storia d’amore. Del resto, se in un’avventura simile non ci metti il cuore hai già fallito in partenza. L’amore era nell’aria mercoledì scorso, nella Libreria San Paolo di Milano, durante la presentazione del nostro numero di esordio. La sala gremita di Amici provenienti da tutta Italia traboccava di affetto schietto e sostegno sincero. Eppure molti fra loro neppure si conoscevano soltanto poche ore prima. Sulla fronte di ciascuno si leggeva, impresso con l’inchiostro invisibile, quell’I care con cui l’immenso pedagogo don Milani esprimeva la tensione interiore di chi è capace di “avere a cuore” qualcuno e qualcosa. L’ospitalità di don Giuseppe Musardo, del gruppo editoriale paolino, non era forse una altissima forma di amore? La sua emozione la prova provata.

Amore trasfondevano le parole strabilianti di don Luigi Maria Epicoco, che rileggeva grazie all’“alfabeto
dell’Amicizia” il miracolo di “Krínomai”, luogo di convivialità delle differenze in un tempo di individualismi fuori misura. Erano lucidi gli occhi del mitico professore Francesco Lenoci, capace di rendere empatici perfino i numeri, nella sua disamina da economista di primo livello sullo stato della cultura in Italia. Dall’amore di una mamma sgorgavano le parole di Pamela Blago, mentre spiegava l’intento della rubrica KrinoKids di contagiare d’Arte e colori i più piccini, come a renderli immuni dal grigiore di questa epoca buia. Amore profondo avvertivo io quella sera e avverto ancora oggi in quel senso di gratitudine che mi pervade: intanto per essere stato scelto quale Direttore di quel gioiello editoriale che è “Krínomai”; tanto per la meravigliosa squadra redazionale che mi accompagna; altrettanto per la benevolenza di lettori e lettrici e per l’apprezzamento di critica raccolto in questa settimana.
D’ora innanzi non vi deluderemo. Ve lo prometto e ne sono sicuro.