L’Arte è Cultura e crea Valore Aggiunto

di Francesco Lenoci1

Estratto da “Krínomai. Rivista italiana di storia e critica delle Arti”, n. 1 (Milano, 2025), pp. 17-26.

Premessa
Il 25 ottobre 2024 presso il Centro Pime di Milano, dove si svolgeva la Cerimonia di assegnazione del Premio “Città del Galateo”, il direttore Francesco Danieli e il vice direttore Pamela Blago di “Krínomai” mi hanno ad un tratto chiesto, con sguardi all’apparenza adirati, quando avrei consegnato il mio pezzo. Ho comunicato loro la data, notando che i loro sguardi si erano nel frattempo addolciti. Cosa era successo? Semplice: avevano posato i loro sguardi sulla spilla che illuminava il mio capospalla. Su quella spilla c’è scritto: «La Bellezza resta».

1 – Cultura e Bellezza
Per capire il potere della bellezza, faccio ricorso ad una frase di John Kenneth Galbraith: L’Italia, partita da un dopoguerra disastroso, è diventata una delle principali potenze economiche. Per spiegare questo miracolo, nessuno può citare la superiorità della scienza e dell’ingegneria Italiana, o l’efficacia della gestione amministrativa e politica. La ragione vera è che l’Italia ha incorporato nei suoi prodotti una componente essenziale di cultura, e che città come Milano, Parma, Firenze, Siena, Venezia, Roma, Napoli e Palermo, pur avendo infrastrutture molto carenti, possono vantare nel loro standard di vita una maggiore quantità di bellezza. Molto più che l’indice economico del PIL, nel futuro il livello estetico diventerà sempre più decisivo per indicare il progresso della società2.

2 – Sistema produttivo culturale e creativo
Le componenti che costituiscono il Sistema Produttivo Culturale e Creativo – SPCC dell’Italia sono due:

  • attività Core Cultura;
  • attività Creative Driven.

Le attività Core Cultura sono quelle più strettamente culturali e creative e vengono suddivise in sette settori:

  • Architettura e design;
  • Comunicazione;
  • Audiovisivo e musica;
  • Software e videogiochi;
  • Editoria e stampa;
  • Performing arts e arti visive;
  • Patrimonio storico e artistico.


La componente Creative Driven comprende tutte le attività economiche non strettamente culturali e creative, che contribuiscono ad arricchire il patrimonio culturale dell’Italia grazie alla presenza di professionisti con competenze significative nella filiera. Ne sono esempi: un designer che lavora nel settore Automotive e un regista che opera nell’ambito della Moda. I numeri relativi al 20233 sono riportati nella Tavola 1.


Tav. 1: Sistema Produttivo Culturale e Creativo 2023 dell’Italia (in milioni di euro)

In Italia nelle filiere culturali e creative lavorano oltre 1,5 milioni di persone (di cui 886 mila occupati nei settori culturali e creativi e la restante parte afferente ai professionisti culturali e creativi attivi in settori non culturali). Una filiera che nel 2023 è cresciuta sia dal punto di vista del valore aggiunto generato da imprese, Pubbliche Amministrazioni e organizzazioni non-profit (104,3 miliardi di euro, il 5,6% del totale nazionale, in aumento del +5,5% rispetto all’anno precedente e del +12,7% rispetto al 2019), che da quello dell’occupazione (1.550.068, il 5,9% del totale nazionale, con una variazione del +3,2% rispetto al 2022, a fronte di un +1,8% registrato a livello nazionale). Una filiera complessa e composita in cui si trovano ad operare quasi 284 mila imprese (in crescita del +3,1% rispetto al 2022) e più di 33 mila organizzazioni non-profit che si occupano di cultura e creatività (il 9,3% del totale delle organizzazioni attive nel settore non-profit), le quali impiegano più di 22.700 tra dipendenti, interinali ed esterni (il 2,4% del totale delle risorse umane retribuite operanti nell’intero universo del non-profit). Tra le attività Core Cultura continua la crescita del settore “Software e videogiochi”, che si conferma il primo settore con 16,7 miliardi di euro di valore aggiunto (16,0% dell’intera filiera) e con un incremento dei posti di lavoro di oltre 16 mila unità (202 mila addetti pari al 13,1% della filiera). Si segnala che questo settore è trainato in Italia dalla componente software e non da quella dei videogiochi, come accade invece nel resto del mondo. Il secondo comparto per valore aggiunto creato e numero di occupati è quello “Editoria e stampa”, che vale 11,6 miliardi di euro (11,1% della filiera) e conta 197 mila addetti (12,7% della filiera). Il settore “Architettura e design”, generando 8,6 miliardi di euro (l’8,2% della filiera), incrementa il valore aggiunto creato del +6,6% nel 2023 rispetto all’anno precedente, crescita sensibilmente più importante per le società di architettura più strutturate e di maggiori dimensioni. Si colloca così al terzo posto con 154 mila addetti (pari al 9,9% della filiera). Al quarto posto figura il settore “Audiovisivo e musica” con 6,4 miliardi di euro di valore aggiunto creato (pari al 6,2% della filiera) e 61 mila occupati (pari al 3,9% della filiera). Occupa il quinto posto il settore “Comunicazione” con 5,8 miliardi di euro di valore aggiunto creato (5,5% della filiera) e 115 mila occupati (7,4% della filiera). Il settore “Performing arts e arti visive” compare al sesto posto con 5,4 miliardi di euro di valore aggiunto creato (pari al 5,2% della filiera) e 100 mila occupati (pari al 6,5% della filiera). Al settimo nonché ultimo posto figura il settore “Patrimonio storico e artistico” con 3,3 miliardi di euro di valore aggiunto creato (pari al 3,2% della filiera) e 58 mila occupati (pari al 3,7% della filiera). Si segnala che l’occupazione continua a crescere (+6,9%) e a recuperare, seppur non completamente, le perdite di posti di lavoro registrate dopo il 2019. Tutto ciò premesso, il “peso” della cultura e della creatività nel nostro Paese è molto maggiore rispetto al valore aggiunto che deriva dalle sole attività che ne fanno parte. Infatti, per ogni euro di valore aggiunto prodotto dalle attività culturali e creative se ne attivano altri 1,8 in settori economici diversi, come quello turistico e dei trasporti, per un valore pari a 192,6 miliardi di euro. Pertanto, cultura e creatività, in maniera diretta o indiretta, generano complessivamente un valore aggiunto pari a 296,9 miliardi di euro (15,8% dell’economia nazionale). Si tratta di numeri significativi che stridono con la quartultima posizione dell’Italia in Europa per la spesa culturale: a fronte della media europea pari a 1,1% del PIL, l’Italia destina al settore solo lo 0,8% (peggio fanno solo Irlanda, Bulgaria e Cipro). Tale percentuale di spesa è rimasta pressoché invariata dal 2016 al 2022, con un lieve aumento nel 2021 (0,9%), per poi ritornare ai livelli precedenti.

3 – Il mercato dell’arte
Il 2023 è stato un anno di aggiustamenti per il mercato dell’arte, di correzioni, soprattutto nelle politiche di prezzo, con l’esaurirsi dell’effetto rimbalzo post-pandemia. Il mercato ha rallentato nel 2023 e, dopo due anni di crescita, le vendite dell’arte hanno raggiunto 65 miliardi di dollari, -4% rispetto al 2022.
Nel 2023 le vendite nel mondo di media tradizionali come pittura, scultura, opere su carta hanno contato per l’86%, con la pittura che ha pesato da sola per il 64%. E mentre digitale e video sono stati in flessione del 5%, si sono registrate perdite di volumi del 51% per le opere in NFT.
La conseguenza di così contenuti scambi per i media non tradizionali ha modificato anche la produzione artistica, sempre alle prese con economie fragili e con collezionisti volubili, nei gusti e nelle scelte, esposti come sono a una percezione rapidissima dell’arte che, spesso, si nutre di algoritmi social e sceglie traiettorie analoghe alle industrie dei beni di lusso. In una cornice globale complessa, di incertezza geo-politica quanto economica con ricadute di peso sui comparti produttivi, il 2023 ha mostrato criticità e rallentamenti per la filiera artistica, alle prese con nuovi scenari e contesti mutati e, quindi, con la necessità di trovare inediti adattamenti improntati alla collaborazione, alla proposta di nuovi poli decentrati per la produzione e promozione dell’arte e allo sviluppo di modelli operativi innovativi dell’arte come strumento di impatto collettivo sui territori e sulla società. Sul versante della domanda e del supporto alla produzione, ha guadagnato nuovi spazi la collaborazione tra artisti e mondo dell’imprenditoria. Sono ormai numerose le realtà d’impresa che in Italia investono risorse economiche in acquisizioni di opere d’arte o in più ampie progettualità culturali. L’arte diventa così un asset strategico con ricadute positive sulle comunità professionali e sul loro engagement e benessere, sul brand, sul legame delle imprese con il territorio. In molti casi le aziende italiane si sono fatte promotrici di premi per l’arte.

Al riguardo va citato “Max Mara Art Prize for Women”. Giunto alla sua nona edizione, il “Max Mara Art Prize for Women” è un prestigioso premio biennale per artiste emergenti, istituito nel 2005 da una collaborazione tra Max Mara Fashion Group e  Whitechapel Gallery .
La Collezione Maramotti si è unita come ulteriore partner nel 2007.
È l’unico premio per le arti visive dedicato ad artiste emergenti del Regno Unito, con la finalità di promuoverle e valorizzarle in una fase cruciale del loro percorso attraverso una maggiore visibilità e le risorse necessarie a sviluppare un nuovo e ambizioso progetto mediante un sostegno creativo e professionale essenziale in termini di tempo e spazio. Il premio è rivolto ad artiste di qualunque età che vivono e lavorano nel Regno Unito, che non hanno ancora esposto le proprie opere in una mostra personale. Alla vincitrice è offerto un periodo di residenza in Italia della durata di sei mesi organizzato dalla Collezione Maramotti e completato da un’esposizione conclusiva. La residenza, sviluppata sulla base delle esigenze e degli interessi particolari dell’artista e della proposta presentata, offre in particolare le risorse e lo spazio necessari a realizzare un nuovo progetto, destinato a rappresentare il fulcro di una grande personale allestita presso la Whitechapel Gallery di Londra e alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia. Quest’ultima poi acquisisce l’opera, che diventa parte della sua prestigiosa collezione artistica, in modo da assicurare all’artista sostegno e riconoscimento anche al di là del biennio coperto dal premio.
Merita una citazione anche il Premio “Ermanno Casoli” della marchigiana Elica. L’artista vincitore dell’ultima edizione (la XXII) è chiamato a realizzare un’opera site-specific (vale a dire legata all’ambiente in cui viene realizzata l’opera d’arte) per la sede di “AirForce”, azienda del gruppo Elica, a Cerreto D’Esi (AN). La commissione nasce dalla necessità, dopo il trasferimento della sede dell’azienda da Fabriano a Cerreto D’Esi, di fornire un luogo accogliente alle persone di AirForce, oltre a un nuovo senso di compattezza. L’obiettivo è di trasformare un’ampia porzione dello stabilimento, attualmente utilizzata come area di transito, in un luogo di sosta e incontro per i dipendenti. Va anche citato il Premio fotografico per la lotta allo spreco alimentare di Irinox “Save the Food” ospitato all’interno di “MIA Photo Fair” di Milano, la più consolidata e riconosciuta fiera italiana interamente dedicata all’immagine fotografica. La fotografia dell’artista vincitore della terza edizione del Premio Irinox “Save the Food” è stata acquisita da parte di Irinox S.p.A. e fa parte della Corporate Art Collection dell’azienda. Lo scatto è stato esposto in una mostra personale organizzata in occasione di “Yeast Photo Festival” a Matino (LE) grazie alla partnership con Fiere di Parma. La mostra è stata ospitata anche al Laboratorio Aperto del Complesso di San Paolo a Parma, nell’ambito di “Cibus Off”, il fuorisalone della più importante manifestazione in Italia dedicata al tema del cibo. In altre occasioni le corporate collection hanno aperto al pubblico spazi di stampo museale, come la “Collezione Maramotti” nella sede originaria di Max Mara a Reggio Emilia. Risale agli anni Settanta il proposito di Achille Maramotti di costituire una raccolta d’arte contemporanea che diventasse un luogo di fruizione estetica e intellettuale, aperto a un pubblico di appassionati. Fino al 2000 un certo numero delle opere acquistate erano esposte negli spazi di passaggio dello stabilimento Max Mara di via Fratelli Cervi per promuovere una quotidiana, stimolante convivenza fra creatività artistica e disegno industriale. Proprio questo edificio è ora diventato la sede permanente  della Collezione Maramotti. Le opere d’arte vengono altresì esposte nei luoghi del lavoro, come accade per l’azienda di moda Herno Group. La collezione composta da un centinaio di opere è presente nelle varie sedi di Herno, dall’headquarter di Lesa al nuovo showroom Spazio Herno a Milano, creando così un dialogo costante con i dipendenti che possono lavorare in un ambiente creativo e stimolante. La maggior parte delle opere fanno parte della raccolta del fondatore Claudio Marenzi; altre invece costituiscono una vera collezione aziendale, come l’istallazione commissionata a Pae White e il murales creato da Nicholas Party.
E, ancora, le opere d’arte mirano a instaurare una nuova relazione con i territori – oltre che con la filiera dell’arte – attraverso committenze site-specific e residenze d’artista. È il caso dei progetti avviati da alcune storiche famiglie del vino italiane. In Toscana ci sono iniziative come “Antinori Art Project” a San Casciano in Val di Pesa (FI). La Cantina Antinori nel Chianti Classico è il simbolo del legame profondo che sin dal 1385 lega la famiglia Antinori alla passione per le arti: pittura, scultura, architettura, e naturalmente l’arte di saper trasformare i frutti della terra in grandi vini.

Nel 2012 è stato avviato “Antinori Art Project”, progetto che muove dall’idea di creare una naturale prosecuzione dell’attività di collezionismo che fa parte della tradizione della famiglia, indirizzandola però verso le arti e gli artisti del nostro tempo. “Antinori Art Project” è una piattaforma di interventi in ambito contemporaneo, che raccoglie sotto un’unica progettualità coerente tutte le attività messe in campo in quest’ambito. In particolare, oltre allo spazio museale integrato nel percorso di visita all’interno della cantina che ospita la storica collezione della famiglia, è stato avviato uno speciale programma di commissioni annuali, molte delle quali site-specific, rivolto a giovani ma già affermati protagonisti della scena artistica nazionale e internazionale. Sempre in Toscana occorre citare “Artisti per Frescobaldi”, a Montalcino (SI). Il progetto “Artisti per Frescobaldi”, nato nel 2012 per sostenere gli artisti contemporanei, nel 2023 è diventato una committenza. Gli artisti sono stati invitati a interpretare, nei loro linguaggi espressivi, la tenuta di Castel Giocondo a Montalcino. Al Sud c’è “Viaggio in Sicilia” dell’azienda Planeta, con scorribande e residenze diffuse tra Menfi, Capo Milazzo, Vittoria e Noto. Fin dal suo esordio, nel 2004, il progetto biennale di arte contemporanea di Planeta è incentrato sul tema del viaggio e ha come protagonisti artisti emergenti italiani e internazionali. Gli artisti vengono invitati ad attraversare nell’arco di una settimana la Sicilia, facendo tappa nelle diverse cantine dell’azienda Planeta. Il format di residenze itineranti ha lo scopo di creare stimoli paesistico-sensoriali, per ispirare la creazione di opere legate al territorio nella primavera successiva alla vendemmia. Nelle Langhe si segnala Ceretto Aziende Vitivinicole, che ha invitato artisti di fama internazionale a misurarsi con commissioni site-specific per la valorizzazione di quel territorio.

4 – Il ruolo dell’artista
Attingendo al prezioso Quaderno di Symbola, Io sono Cultura 2024.
L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi, ho fornito numeri sul Valore Aggiunto creato dal Sistema Produttivo Culturale e Creativo in generale e dal Mercato dell’Arte in particolare. I numeri sono necessari per constatare la valenza della Cultura, della Creatività e della Bellezza. Ma non bastano! Occorre andare behind the figures, avendo presente ciò che ci ha insegnato Giuseppe Verdi:
“L’artista
deve scrutare nel futuro,
vedere nel caos nuovi mondi
e, se nella nuova strada
vede in fondo un lumicino,
non lo spaventi
il buio che l’attornia”.

Fig. 1    Io sono Cultura 2024. La copertina.
  1. Economista e saggista. Docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano). ↩︎
  2. Cfr. Io sono Cultura 2024. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi, I Quaderni di Symbola, p. 9. ↩︎
  3. Ivi, p. 72. ↩︎

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